domenica 16 marzo 2008

TRAMVIA DEI CASTELLI ROMANI (1906-1980)

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Materiale rotabile (urbano ed extraurbano) della gloriosa rete tramviaria dei Castelli sopravvissuto ed accantonato nel deposito ATAC di Grottarossa nell'estate del 2002:

motrice articolata OMS-TIBB "Urbinati" (19,5 metri, 2 casse, 6 assi) STEFER 401 del 1938 (gruppo 401-412)

motrice Carminati&Toselli-TIBB (13,3 metri, 1 cassa, 4 assi) STEFER 312 del 1935 (gruppo 301-312) e STEFER 321 del 1937 (gruppo 321-328)

motrice OMS-TIBB "bolognese" (ex bidirezionale, 13,4 metri, 1 cassa, 4 assi) STEFER 201 del 1935 (gruppo 201-210-218-228) acquistata nel 1964 dalla ATM di Bologna

motrice OMS-TIBB "triestina" (ex bidirezionale, 12,1 metri, 1 cassa, 4 assi) STEFER 448 del 1938 (gruppo 443-448) acquistata nel 1963 dalla ACEGAT di Trieste

motrice extraurbana EFB-TH (bidirezionale, 12 metri, 1 cassa, 4 assi) STEFER 64 del 1911 (gruppo 60-69) demolita nel dicembre 2005 (*).

In sottofondo l'altrettanto glorioso Ettore Petrolini in "'Na gita a li Castelli" del 1926, probabilmente ispirata all'autore Franco Silvestri da una scampagnata "fori porta" sulla tramvia dei Castelli.



La rete tramviaria dei Castelli, con scartamento di 1445 mm ed elettrificata a 600 V in continua nelle tratte urbane e a 750 V in continua in quelle extraurbane, era costituita dai due rami principali Roma-Valle Oscura e Roma-Velletri, dal collegamento “intercastellare” Grottaferrata-Albano e dalle diramazioni per Frascati e Lanuvio. Al momento della massima estensione, tra il 1932 ed il 1944, la rete misurava circa 75 chilometri, di cui circa 15 a doppio binario nel percorso urbano.

La parte extraurbana fu sempre a binario unico, prevalentemente in sede stradale, con numerosi raddoppi per gli incroci. Sulle tratte a binario unico la circolazione era regolata da un rudimentale sistema di segnalamento semaforico, che rilevava l’occupazione delle sezioni di blocco (comprese tra due raddoppi) tramite il passaggio del pantografo su slitte poste lungo la linea di contatto all’ingresso e all’uscita dei raddoppi.

Fu inizialmente gestita dalla Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma (STFER), che nel 1901 era riuscita ad ottenere la concessione per le linee Roma-Grottaferrata e Frascati-Grottaferrata-Genzano con diramazione Squarciarelli-Valle Oscura nonché della funicolare Valle Oscura-Rocca di Papa.

Il 9 novembre 1903 iniziò l’esercizio commerciale, limitato alla tratta urbana, tra Piazza San Giovanni e l’odierna via delle Cave. Il primo capolinea interno fu presto portato in via Principe Umberto (oggi via Giovanni Amendola, di fianco all’attuale Museo Nazionale Romano), non lontano dalla Stazione Termini, utilizzando in parte i binari urbani della SRTO.

Il 19 febbraio 1906 fu aperto al pubblico il servizio extraurbano, sulla tratta Roma-Grottaferrata-Frascati. Nell’aprile e nell’ottobre dello stesso anno furono aperte, rispettivamente, la linea Grottaferrata-Genzano e la diramazione per Valle Oscura con funicolare per Rocca di Papa. La linea tra vicolo delle Cave (l’attuale Piazza dei Colli Albani) e Albano fu inaugurata il 4 marzo 1912, mentre il prolungamento Genzano-Velletri il 12 settembre 1913. Infine, con l’apertura della diramazione per Lanuvio, l’8 luglio 1916, la rete dei Castelli raggiunse la sua massima estensione.

Il capolinea di via Amendola è stato il principale terminale in Roma della rete dei Castelli, fino alla definitiva chiusura dell’ultima tratta urbana avvenuta il 15 febbraio 1980, il giorno prima dell'apertura della linea A della metropolitana di Roma.

(*) contrariamente alla didascalia nel filmato la motrice non è alla fermata di Ariccia ma presso il capolinea di Frascati



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